Quando incontro pensieri che mi fanno riflettere…

giovedì 30 marzo 2017

Il mio cervello è la chiave che mi rende libero.



Il mio cervello è la chiave che mi rende libero.
Harry Houdini

Il cervello è tanto di più: è la chiave che ci rende liberi, ma prima può essere anche la gabbia che ci imprigiona. Houdini era uno specialista delle fughe e quindi utilizzava la sua intelligenza per aprire i lucchetti che gli bloccavano le mani e il corpo, ma quanti altri lucchetti possiamo aprire solo pensando. Prima di tutto possiamo sbloccare le gabbie auto costruite, possiamo scoprire le paure e le debolezze che si accumulano attorno a noi, e che si trasformano in muri, e possiamo lavorare per abbatterli. Poi possiamo liberarci delle gabbie in cui altri vogliono rinchiuderci, magari sfruttando proprio le nostre debolezze. Ma il cervello ha bisogno di nutrimento e la lettura è il suo latte.   

mercoledì 29 marzo 2017

I due nemici della felicità umana sono il dolore e la noia.



I due nemici della felicità umana sono il dolore e la noia.
Alexander Graham Bell

Felicità, dolore, noia: tutti stati d’animo passeggeri. La felicità e il dolore, sebbene estremi, ci fanno sentire vivi e in accordo, o disaccordo, con il mondo. La noia è qualcosa d’indefinibile. È facile pensare che la si possa evitare tenendo i pensieri occupati, ma non sempre è così facile. Chi ha provato un forte stato d’animo, come la paura o il dolore, può faticare a tenere lontana la noia quando la quotidianità ritorna, perché i pensieri tornano sempre al medesimo punto, che lo si voglia o no, e quello che si può definire noiosa frustrazione si impossessa di ciò che dovrebbe essere gioia. La saggezza popolare ci dice che il tempo guarisce: spero che lenisca anche i brutti pensieri.
 

martedì 28 marzo 2017

Nulla accelera tanto la guarigione ...



Nulla accelera tanto la guarigione quanto le parcelle periodiche del medico.
Alec Guinness

Noi apparteniamo a quella parte di mondo fortunata, dove una buona assistenza medica è garantita a tutti e tutti contribuiscono a garantirla. Però, nota dolente, i tempi di attesa e i costi fissi stanno aiutando sempre più persone non a guarire ma a dimenticarsi di essere malati. Se si sommano il tempo perso per code, il tempo perso per rifare le code perché si hanno informazioni errate, l’assenza di centri medici vicini e l’impossibilità per molti di raggiungerli in modo autonomo, e quindi la loro dipendenza da terzi, comprendo chi rinuncia e ‘spera’ nella guarigione.