Natale si avvicina sempre di più e
i bambini attendono la festa più magica dell’anno con impazienza. È bello
vedere la luce carica di meraviglia nei loro occhi innocenti, ma non resteranno
fanciulli per sempre. Arriverà il giorno in cui si porranno dei dubbi, il
giorno in cui la magia smetterà di brillare nei loro occhi. Se la magia smette
di pulsare in loro, se smettono di credere nella notte di Natale, si
trasformeranno troppo presto in grandi disincantati. Allora la sola cura è la Magia
del Natale.
La casa era
avvolta dal buio. I genitori di Marco dormivano nella stanza accanto le scale e
Black, il grande cane di famiglia, dormiva ai piedi del loro letto. Lo si
poteva sentire guaire e scalciare anche dal pianerottolo: sicuramente sognava
di rincorrere il gatto dei nuovi vicini. Nel silenzio della notte Marco, dal
suo letto, poteva sentire il respiro, tranquillo e regolare, di suo padre. La
mamma doveva avergli dato una gomitata per farlo girare perché prima lo aveva
sentito russare. Succedeva sempre quando mangiava troppo. Marco invece non
dormiva. Aveva provato in tutti i modi, e in tutte le posizioni, a prendere
sonno ma era stato tutto inutile. Erano ore che si rotolava nel letto
stringendo gli occhi e maledicendo suo fratello maggiore Andrea, che invece
dormiva tranquillo nel letto sopra il suo. Andrea gli aveva rovinato tutto: si
divertiva a farlo soffrire e sicuramente quella sera avrà goduto tantissimo nel
guastargli la festa più importante.
“Babbo
Natale non esiste!” gli aveva detto, proprio la sera della vigilia.
Andrea
aveva tredici anni e si divertiva così, ma Marco aveva solo otto anni e per lui
Babbo Natale era il nonno preferito.
Marco era
corso subito in lacrime dalla mamma che, in cucina, stava preparando i piatti
migliori per la cena della vigilia.
Abbracciato
alle gambe della mamma Marco pianse disperato, tanto che le parole gli uscirono
a fatica dalla bocca.
“An…An…Andrea…
ha… ha detto… che Ba…Ba…Babbo Natale non esiste!”
La mamma si
asciugò le mani e lo abbracciò.
“Che cosa
brutta ti ha detto tuo fratello!”
“Sì, non è
vero mamma? Vero che non è vero?”
La mamma
sorrise asciugandogli le lacrime con il palmo della mano.
“Babbo
Natale è nel tuo cuore.” gli disse guardandolo nei grandi occhi di fanciullo, “Finché
tu credi in lui verrà a trovarti, sempre, e ti porterà il regalo più bello, il
regalo più importante, di Natale. Non sono i giocattoli che trovi la mattina di
Natale sotto l’albero perché lui è solo un vecchietto e i bimbi del mondo sono
troppi”.
“Ma lui ha
i folletti che lo aiutano!”
“Certo, lui
ha i folletti che lo aiutano, ma anche loro non riuscirebbero mai a creare
tutti i giocattoli che gli chiedete. È un altro il regalo che lui porta: lui
porta la Magia del Natale”.
“Ma…”
“Finché tu
crederai in lui il Natale sarà speciale. Io credo ancora in lui e per me il
giorno di Natale è sempre il più bel giorno dell’anno”.
“Ma…”
“Ma vuoi
sapere degli altri regali, vero?”
“… Sì…”
“Quelli
sono i regali delle persone che ti vogliono bene. È solo grazie alla Magia che
porta Babbo Natale che si trasformano nei doni dei tuoi desideri”.
Marco
ingoiò la spiegazione della mamma, ma senza esserne del tutto convinto.
Le campane
del paese batterono la mezzanotte e Marco pensò che tutto fosse ormai rovinato.
Fuori la
finestra vide i primi fiocchi di neve cadere lievi. Sentì Andrea girarsi nel
suo letto. Sentì Black acciambellarsi meglio nel suo giaciglio. Sentì una
campanella dell’albero di Natale tintinnare. Come! Non c’era nessuno in
soggiorno! Nuovamente una campanella tintinnò, si alzò e in punta di piedi
scese le scale.
Qualcuno
era seduto sulla poltrona, qualcuno che mangiava i biscotti e beveva il latte
che la mamma aveva messo sotto l’albero.
“Ciao
Marco!” esclamò l’omone barbuto.
“Ma… Ma! Tu
sei, davvero, tu sei Babbo Natale!!”
“Shh! Non
vorrai svegliare tutti!”
“Ma Andrea
mi ha detto, la mamma mi ha detto”.
Babbo
Natale fece cenno con la testa d’intendere ciò che Marco voleva dire.
“So cosa ti
hanno detto. Io sono qua perché tu credi in me, come crede in me ogni membro
della tua famiglia. Finché tu crederai in me io verrò, anche se sarai un uomo,
un padre, un nonno. Ti porto il mio dono” e soffiò un poco di Magia su di lui.
Marco
sorrise con il cuore leggero, intorno a lui tutto luccicava e scaldava come un
bacio pieno d’amore.
“Grazie”
disse al vecchio nonno e si addormentò sul divano della sala.
Il giorno
dopo, il giorno di Natale, fu il più bello di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento