È un mio piacere augurare a tutti un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo con questa storiella che scrissi anni fa, quando la mia ragazza
grande era ancora piccola: proprio lei e il suo sentire Natale tutto l’anno ne
sono protagonisti. Ora è cresciuta ma dentro di sé porta ancora il ricordo di
un Folletto. (Grafica a cura della mia ragazza grande).
“Caro
Babbo Natale” dice mia figlia, e subito si ferma a pensare fissando il foglio
bianco con la matita sollevata a mezz’aria.
“Mamma,
con quante b si scrive Babbo Natale?”
“Con la
doppia” rispondo divertita.
“Ah, già!
Allora, Caro Babbo Natale” e riparte all’attacco del foglio.
“Mamma,
come fanno i Folletti di Babbo Natale a dargli la mia lettera?”
“Di notte
sbucano velocissimi dal camino e la prendono!”
“Eh sì!
Loro sì che sono magici!”
Mi fissa assorta
con i suoi enormi occhi, e io so subito che sta per arrivare un’altra domanda.
“Mamma,
ma come fa a volare la Befana?”
“La
Befana?”
Ogni
volta mi stupisco dalla rapidità con cui cambia argomento.
“Babbo
Natale lo portano le renne, e questo è sicuro, ma la Befana è una vecchietta”
tira un sospiro, “poverina, deve fare tutto da sola”.
Mi
concede una breve pausa concentrandosi sulla sua letterina prima di
ricominciare.
“Mamma
prepariamo l’albero?”
“Certo”.
“E il
Presepe con Gesù Bambino?”
“Sì,
anche il Presepe”.
“Ma
perché la sua mamma lo ha messo lì senza vestiti? Non aveva freddo?”
“Perché
non aveva altro con cui coprirlo. Poi c’erano il bue e l’asinello che lo hanno
riscaldato” rispondo, ma le mie parole si perdono nello spazio del tavolo che
ci separa perché arriva subito un’altra domanda.
“Mamma
andiamo a trovare Babbo Natale a casa sua?”
“Papà ti
ha promesso che un giorno ci andremo”.
“Papà!
Papà!” parte all’assalto del papà lasciandomi sola.
Col
pensiero torno indietro nel tempo e rivedo mia figlia a tre, forse quattro anni:
“Gingol bei, gingol bei, gingol on tuei” cantava felice. E pensare che
era appena passata Pasqua. E l’addobbo nella sua camera? Quand’era, agosto? Le
feci notare che era un po’ presto per appendere il suo enorme disegno di un albero
di Natale e mi rispose che lei ama il Natale, quindi: ogni giorno è Natale. Lo
dice con quella luce magica negli occhi, si accende tutta.
All’improvviso
mi assale un dubbio.
Caro
Babbo Natale, quando ti confidai il mio desiderio di essere mamma, … non
riciclasti uno dei tuoi Folletti, vero?
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